SAN MICHELE MONDOVÌ – IL COMUNE
La storia del borgo è molto antica: la denominazione stessa sembra far riferimento a una fondazione longobarda, ma le prime attestazioni documentali risalgono al XII secolo: in un documento risalente al 1113 si legge che fece parte del contado di Bredulo e appartenne a vari signori: i Monteacuto, i Della Torre, i Carassone e al Vescovo di Asti che, a sua volta, cedette la parte dei Monteacuto – nel 1198 – a Guglielmo, Marchese di Ceva, quale ricompensa per aver distrutto in suo nome il neocostituito comune di Mondovì. Nel 1295 il Marchese di Ceva Giorgio II detto il Nano si pose sotto la protezione del vescovo di Asti, che riacquisì così il controllo sul borgo.
Nel 1331 ebbe statuti propri e, con alterne vicende, fu soggetto a diverse famiglie.
Il 19 aprile 1796 il monte della Bicocca di San Giacomo fu teatro di una sanguinosa battaglia fra le truppe napoleoniche e quelle sabaude, svoltasi con alterne vicende e cantata dal Carducci nella celebre Ode alla Bicocca di S. Giacomo, e ricordata da una lapide marmorea murata, nel 1908, sul lato destro del porticato della cappella dedicata a S. Giacomo. Oltre a questa, San Michele vanta altre cappelle, pregevoli testimonianze della religiosità popolare del passato ma anche, e soprattutto, notevoli espressioni artistiche. Si ricordano in particolare la cappella della Madonna della Neve in località Piana Gatta, con uno splendido ciclo di affreschi del XV secolo, San Sebastiano, in direzione di Niella e San Bernardino nella borgata Castello, entrambe con affreschi del XV secolo, la chiesetta di San Magno con affreschi del XV e XVI secolo e, sulle alture in direzione di Torre Mondovì, la cappella dalla singolare intitolazione al Buon Gesù, con un pregevolissimo ciclo di affreschi del XVI secolo.
La parte più antica del paese, il borgo, sovrastato dai ruderi dell’antico castello, è caratterizzato da una fila di portici e da palazzi nobili; in posizione di poco sopraelevata si trova l’edificio municipale, di epoca ottocentesca, con accanto la chiesa parrocchiale, del XVII secolo, edificata in sostituzione della precedente parrocchiale del XII secolo, posta in posizione più bassa, presso al fiume, e della quale non rimane traccia. Un dipinto murale esterno, visibile da Piazza Quarelli, ricorda il passaggio della Sacra Sindone nel XVII secolo.
Per maggiori informazioni su San Michele Mondovì
www.comunesanmichelemondovi.it
MONUMENTI
Castello
Il castello venne eretto durante il medioevo e posizionato sulla collina che domina il paese. Attualmente ne rimangono solo alcuni resti diroccati.
Parrochiale di San Michele Arcangelo
La chiesa probabilmente opera dell’architetto monregalese Francesco Gallo venne costruita per sostituire la vecchia chiesa, probabilmente di origini longobarde e databile al XII secolo. I lavori di costruzione furono avviati nel 1628 e completati negli anni successivi; sul finire del 1800 furono aggiunti il presbiterio e la nuova sacrestia e fu ristrutturato il campanile.
La chiesa è formata da tre navate, due laterali e una centrale che ospitano quattro altari laterali.
Ognuno dei quattro altari presenta interessanti dipinti. Degno di nota è il dipinto della Sacra Sindone presente nell’ultimi Altare a sinistra. In fondo alla chiesa, inoltre, vi è un dipinto di San Michele Arcangelo. Importante è il Trittico dipinto dai tre artisti sanmichelesi Pecchenino, Cozza e Roà. Esso rappresenta Santa Giustina, San Michele Arcangelo e, al centro, la Sacra Famiglia.
Cappella di San Sebastiano
Situata lungo la strada che conduce a Niella Tanaro, sulla sponda sinistra del Torrente Corsaglia. L’affresco a finto trittico sovrastante l’altare, databile alla seconda metà del XV secolo, raffigura la Madonna in trono col Bambino tra due Santi Cavalieri e la Crocifissione in alto, nella lunetta. Il tratto rivela, nei volti, negli atteggiamenti e nei particolari delle vesti una mano di abilità eccezionale. Sulla parete destra troviamo un affresco, risalente alla seconda metà del Quattrocento, raffigurante S. Sebastiano tra due Madonne col Bambino: l’insolito soggetto è motivato, probabilmente, da una doppia committenza. Lo stile è decisamente semplice, popolare, ma efficace dal punto di vista espressivo. Lo affianca un secondo dipinto con la Madonna col Bambino e San Sebastiano che, per le vesti e la fronte particolarmente alta dei personaggi, riprende un gusto tardogotico, sui bordi sono leggibili graffite le date 1496 e 1531.
Madonna della Piana o della Neve
Fatta costruire dal nobile Giustino di Monteforte che la fece affrescare nel 1403, come indicava una scritta ormai non più leggibile a lato dell’altare la cappella è posta lungo la via che conduce verso Lesegno e Ceva La Cappella è composta da un vano quasi quadrato con volta a crociera ogivale, preceduto da un portico di epoca successiva. Il tetto è a due spioventi. Vi è un piccolo campanile. All’interno un ciclo di affreschi ben conservato . Nella parete dietro l’altare raffigurano una Crocifissione con molti personaggi: la Maddalena, S. Giovanni, gruppi di donne, e discepoli, soldati e cavalieri. Un diavolo accoglie l’anima del cattivo ladrone e un angelo quella del buono. Altri angeli raccolgono in calici il sangue che sgorga dal costato e dalle mani del Cristo. Nella volta sopra l’altare il Cristo Pantocratore in mandorla, a destra il Cristo nell’Orto, a sinistra la Risurrezione e le discesa al Limbo.
Sulla parete di sinistra vi è la rappresentazione dell’Inferno e la cavalcata dei Vizi, che raffigura i sette Vizi capitali e un grande Lucifero che inchioda Giuda con gli unghioni.
Sulla parete di destra è dipinta la Gerusalemme Celeste con le schiere degli eletti che assistono all’incoronazione di Maria, inginocchiata su un trono e vestita di rosso. Attorno mura turrite e la raffigurazione delle Opere di Misericordia. (vd. immagine)
Sull’arco di ingresso in nicchie goticheggianti sono raffigurati san Francesco d’Assisi, sant’Antonio da Padova, santa Lucia, san Tommaso d’Aquino; nelle nicchie e negli angoli vi sono altri Santi.
Le pitture sono molto simili agli affreschi di San Lorenzo a Bastia, in qualche caso sembra siano stati usati i medesimi cartoni; probabilmente furono eseguite dagli stessi artisti che operavano all’epoca nella zona: Antonio di Monteregale, i fratelli Mazzucco ecc.e
S. Antonio e S. Magno
Nella zona del paese chiamata Codovilla dalla cappella di S. Magno, costruita all’inizio del ‘700, Si accede alla precedente cappella di s. Antonio, trasformata in sacrestia, in cui sono stati rinvenuti affreschi appartenenti a epoche e mani differenti che si sovrappongono su più strati. Da menzionare almeno lo splendido affresco con madonna circondata da santi della lunetta (purtroppo mutilo nel volto della Madonna), con le sue influenze goticheggianti, l’assenza di marcate linee di contorni, la resa volumetrica si discosta dagli altri presenti nella cappella ed è stato datato al primo quarto del XV sec. Più in basso si notano, fra gli altri numerosi affreschi frammentari, una bella crocifissione di gusto nordico arcaicizzante un s. Bartolomeo di pregevole fattura e splendidamente conservato su sfondo ‘dorato’ e arabescato. Sulla parete di destra una Madonna di cui si può ancora ammirare lo splendido volto sorridente e numerosi santi (ben conservato un s. Bernardo d’Aosta, di cui si può apprezzare l’aggraziato volto incorniciato da un’elegante barba riccia). Niente sfondi scuri e spesse linee di contorno: la mano di questi affreschi è molto delicata: i visi e le espressioni sono dolci e aggraziate: dovrebbe trattarsi di pitture della metà del ‘400, come conferma anche la data 1480 posta alla base dell’unico trittico mai ricoperto da intonaco, che si trova su un livello più superficiale. Sempre a destra è conservato un trittico con s. Antonio, la Madonna e S. Giovanni in archetti polilobati, presenta una diversa mano: linee nere più marcate tracciano il confine delle figure, pur nell’espressività degli occhi allungati, la mano presenta una predilezione per una maggiore rigidezza di tratto (è stato fatto il nome di Giovanni Mazzucco come possibile autore).
San Bernardino
Domina la borgata Castello, all’accesso delle vie che conducono a S. Grato e, attraverso la Bicocca di S. Giacomo, a Niella. Particolarmente interessanti sulla parete destra un polittico raffigurante S. Gerolamo, S. Sebastiano, la Madonna in trono col Bambino che stringe in mano un uccello e S. Antonio abate, risalente al 1489 come risulta da un graffito del committente. Verso la porta vi è un dittico più recente di più rozza fattura, con S. Rocco e la Madonna, che porta la data 8 dicembre 1580. Sulla parete di fondo, a destra e a sinistra dell’altare si vede una serie di santi, piuttosto rovinati, che presumibilmente circondavano una madonna, ora ricoperta da un affresco di modesta fattura datato 1657. Di maggiore interesse la crocifissione nella lunetta, sovrastante l’affresco centrale sull’altare databile al termine del XV secolo.
San Giovanni
Sulla cima di una collina un tempo interamente coltivata a vigneti, in una delle posizioni più panoramiche, non presenta dei capolavori dal punto di vista del contenuto strettamente artistico, conserva sull’altare, al di sotto di un affresco di scarso interesse, forse del XVII secolo, tracce di un affresco fors’anche risalente al XII secolo (si intravedono però solo i piedi dei personaggi di una scena del battesimo di Gesù e di un S. Giovanni Evangelista tracciati con una semplice linea rossa su sfondo neutro. Gli altri affreschi, anch’essi di assai difficile datazione, ma probabilmente quattrocenteschi, sono caratterizzati da gusto ingenuo e popolaresco: un s. Cristoforo rappresentato con una ingenua visione frontale, e un trittico molto rovinato con s. Michele, s. Antonio e s. Giovanni Evangelista. Di fattura più raffinata e forse di epoca più recente la santa Lucia sulla parete d’accesso a sinistra entrando.
Madonna di Guarene
La cappella è situata subito fuori dall’abitato di San Michele, lungo la statale 28 – lato occidentale – in direzione di Mondovì. La cappella, ricostruita nel XVII secolo, conserva però un affresco quattrocentesco, assai rovinato, raffigura una Madonna con Bambino. Pregevole l’elaborato altare riccamente decorato con angeli a stucco.
Buon Gesù
Posta su un bricco a ridosso della via che conduce verso Torre all’altezza della zona industriale, la cappella è per molti diversi aspetti un’eccezione nel panorama dell’arte della zona. È stata fatta costruire nel 1531, da Giovanni Gastaldo, cancelliere del podestà di s. Michele e contiene un ciclo unitario di affreschi di fattura assai pregevole. Quello nell’abside presenta ancora come è nel gusto dei secoli precedenti, una serie di didascalie in cartigli, ma lo stile è decisamente lontano da quello goticheggiante degli affreschi delle altre cappelle. A sinistra un gruppo di fedeli sanmichelesi, sotto il braccio protettore del loro patrono rivolgono la loro preghiera richiedendo protezione dal cielo. Nella scena centrale gli Apostoli in preghiera ai piedi della Madonna rivolgono la loro preghiera di intercessione a un Cristo asceso al di sopra delle nubi che invia i suoi angeli a cacciare dalla terra nella gola dell’inferno orrendi demoni. Sui lati una serie di medaglioni raffiguranti personaggi dell’Antico Testamento posti in modo da indicare il Cristo sull’altare e corredati di un cartiglio recante una citazione biblica in latino, che è in qualche modo profezia della venuta di Cristo. Lo stesso avviene per i quattro medaglioni della volta con Pietro, Paolo, Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. Da notare le diverse fisionomie e abbigliamenti dei personaggi nei medaglioni. In fondo a sinistra si intravede un’altra iscrizione a fitte righe, purtroppo talora non più decifrabili, troviamo un testo assai curioso: un’ esortazione ai cristiani ad avere fede che fa riferimento niente meno che al Corano: sono infatti riportate, in traduzione latina’ le lodi di Gesù contenute in diversi passi del Corano, a dimostrazione che persino i nemici della fede cristiana confermano la testimonianza del Vangelo riguardo a Gesù. Una simile iscrizione è chiaro segno del carattere ‘dotto’ della cappella ed è una testimonianza sorprendente, se consideriamo che ci troviamo conferma
Madonna della Mellea
San Gervasio e Protasio
EVENTI
Festa di Santa Giustina
vergine e martire di Padova e compatrona di San Michele, che si festeggia a metà luglio con la Messa e la solenne Processione con le reliquie della Santa.