MONDOVì – IL COMUNE
Fu fondata dagli abitanti di Vicoforte, Vasco e Carassone, che si stabilirono sul cosiddetto “Monte di Vico” per sfuggire al vescovo di Asti che li dominava. Antichi insediamenti romani preesistenti sono stati rinvenuti in località Breolungi che, in epoca successiva, costituì un importante avamposto bizantino di fronte all’avanzata dei Longobardi, similmente a Morotia (Morozzo) e al Mons Fortis (Monforte). Non a caso, per più di sessant’anni, il limes tra Longobardi e Bizantini, che mantenevano faticosamente il controllo dell’antica provincia della Liguria, fu costituito dai fiumi Stura e Tanaro: un confine che tale rimase per secoli a delimitare la Longobardia Occidentale (poi Piemonte) dalla Liguria. La città fu fondata nel 1198, esattamente come Cuneo, dopo la distruzione della città di Bredolo, probabilmente Breolungi, sede di antica contea carolingia. I transfughi si unirono in una nuova comunità, libera dal potere feudale. L’indipendenza della cittadina fu breve, poiché il vescovo di Asti, unitosi al marchese di Ceva, riuscì nel 1200 ad espugnarla e in seguito, nel 1231, a distruggerla.
Solo nel 1232, con l’aiuto dei milanesi, Mondovì fu ricostruita. Fu occupata da Carlo I d’Angiò (1260), ma presto tornò al vescovo di Asti (1276). Da questi ebbe nel 1290 il riconoscimento di una certa autonomia comunale, assumendo, in virtù di questi privilegi, il nome di Monteregale, che diede origine all’attuale nome degli abitanti. Ritornata agli Angioini (1305-47), passò ai Visconti e ai marchesi di Monferrato. Nel 1388 Urbano VI la eresse a sede vescovile. Nel 1418 divenne dominio dei Savoia, ai quali rimase, salvo una breve parentesi francese (1537-59), fino al sec. XVIII. Nel sec. XVI attraversò un periodo di particolare splendore: fu sede dell’università piemontese (1560-66) ed ebbe il primato nell’attività di stampa in Piemonte. Il 22 aprile 1796, nei pressi di Mondovì, il generale Massena sconfisse gli austro-sardi e il 28 aprile, a Cherasco, fu firmata la tregua. Nel 1814 la cittadina tornò ai Savoia.
MONUMENTI
MONDOVI’ PIAZZA
Antico palazzo di Città
Sede del Comune di Mondovì fin dalla sua fondazione, che risale alla fine del XII secolo, il Palazzo sorge sulla Piazza Maggiore, luogo simbolo della vita amministrativa e politica della città medioevale.
Profondamente rimaneggiato agli inizi del Seicento dall’architetto luganese Giovanni Goano, venne ulteriormente ristrutturato alla metà del Settecento, epoca cui risalgono le colonne in pietra del porticato e le fasce marcapiano delle facciate decorate a graffito. Gli elementi in cotto della parete occidentale risalgono, invece, al XV secolo. L’interno conserva alcuni locali di grande suggestione.
Piazza Maggiore
La Piazza costituisce letteralmente Il centro storico della Città: intorno ad essa si polarizzarono i primi insediamenti di abitanti provenienti da Vico, Vasco e Carassone. Da allora fu il centro religioso, amministrativo e commerciale. I suoi portici erano tanto affollati e caotici che negli Statuti della Città (1415) si dispose di “tenere sempre sgombri i portici della piazza, in modo che due persone affi ancate possano agevolmente passarvi nei due sensi”. Era residenza di autorità e notabili “Con molte sontuose abitazioni da grandi portici sostenute” quali ad esempio Palazzo Fauzone di Germagnano, il Palazzo del Governatore (o degli Stemmi), e il Palazzo dei Bressani di cui resta una parte all’angolo con via Carassone.
Museo della Ceramica
Il Museo della Ceramica, ospitato in Palazzo Fauzone di Germagnano, documenta la storia della ceramica del territorio dall’epoca Napoleonica agli anni Settanta del Novecento. Gli oggetti esposti provengono dalle collezioni dell’antiquario Carlo Baggioli e dell’industriale Marco Levi (1910-2001), ultimo proprietario della storica manifattura “Vedova Besio e figlio”, al quale si deve la nascita del Museo.
www.museoceramicamondovi.it
Museo Civico della Stampa
Ubicato in via della Misericordia, il Museo della Stampa è la più importante raccolta pubblica, a livello nazionale, di macchine da stampa. Inaugurato nel 2001, è incaricato della tutela dei beni conservati nella propria sede, attinenti la tradizione dell’arte tipografica, e ne cura l’allestimento museale. Garantisce la fruizione di tale patrimonio e svolge attività didattiche rivolte in particolare al mondo della scuola. Promuove iniziative culturali aventi attinenza con il proprio ambito di pertinenza e svolge attività di promozione e valorizzazione del patrimonio documentario storico di ambito locale.
Chiesa de La Missione
La chiesa dei Gesuiti, chiamata anche La Missione, è dedicata a San Francesco Saverio e fu edificata su progetto dell’architetto piemontese Giovenale Boetto. L’abside e la volta son state
decorate dal pittore gesuita Andrea Pozzo tra il 1675 ed il 1679 e costituiscono una delle più straordinarie testimonianze a livello internazionale della pittura prospettica barocca.
Opera dell’artista tridentino è anche l’altare maggiore Si tratta di un vero e proprio congegno teatrale in legno e cartone, che era utilizzato per le sontuose celebrazioni religiose che caratterizzavano l’anno liturgico. Su disegno di Andrea Pozzo è anche l’altare di destra, dedicato alla Vergine Addolorata, con l’omonima statua lignea dello scultore ligure – piemontese Antonio Roasio (1809-1886).
Sale del Vescovado
Sede universitaria tra il 1560 e il 1566, custodisce ambienti storicamente e artisticamente significativi. Sono accessibili al pubblico la Sala delle Lauree, la Sala dei Vescovi e la Sala degli
Arazzi; quest’ultima ospita quattro arazzi realizzati su cartoni di Rubens ed un crocifisso in avorio attribuito al Bernini.
Duomo di San Donato
La cattedrale di San Donato è la chiesa principale di Mondovì, sede della diocesi. Progettato da Francesco Gallo nel 1739 e portato a termine da Benedetto Alfieri e Filippo Nicolis di Robilant vent’anni dopo, il Duomo si presenta con un monumentale portale ornato di statue sulla facciata in arenaria.La cattedrale è ricca di opere d’arte risalenti anche alle precedenti chiese destinate alla diocesi. Meritano attenzione gli affreschi interni e i quadri, le sculture, il grandioso organo, il pulpito ligneo, il coro del Capitolo e la Cappella del Suffragio, vero gioiello del barocco rococò piemontese.
La pianta della cattedrale progettata dal Gallo è a croce greca, con una caratteristica cupola nella quale si inscrivono quattro croci greche cupolate. Nella navata centrale, troviamo un piccolo gioiello settecentesco, la Cappella del Suffragio. Portata a termine nel 1783 su disegno di Filippo Nicolis di Robilant, la cappella è riccamente ornata da marmi policromi, e contiene un prezioso Crocifisso in alabastro bianco, realizzato a fine settecento da Giuseppe Giudice di Torino.
Torre Civica del Belvedere,
Torre Civica del Belvedere, detta anche torre dei Bressani, eretta tra il XIII e il XIV secolo in forme gotiche poi modificate lungo i secoli, è alta 29,10 metri e presenta monofore ogivali e merli. Venne usata anche come campanile della ora distrutta chiesa di Sant’Andrea. Come ricorda una lapide, nel 1762 essa servì a Giovanni Battista Beccaria come punto trigonometrico per la determinazione della lunghezza di un arco meridiano in Piemonte. Notevole è il panorama dalla cima, offrendo una vista a 360º sulla Langa e la pianura coronata dalle montagne, con i suoi il borghi antichi formati da edifici storici, sacri e profani. Attualmente è circondata dal Parco del Tempo un suggestivo percorso alla scoperta dei metodi di misurazione del tempo.
Meridiane del Collegio dei Gesuiti
Sull’intera parete meridionale della manica dell’ex Collegio dei Gesuiti di Mondovì (oggi sede del Tribunale) sono affrescati dodici orologi solari settecenteschi (meridiane) disposti su tre livelli e racchiusi in pesanti cornici barocche con festoni, ghirlande e drappeggi. Questo complesso gnomonico è forse per dimensioni e numero di orologi solari il maggiore d’Europa. Quando il sole illumina la grande parete, si attivano simultaneamente i dodici strumenti che forniscono ciascuno una diversa informazione oraria o calendariale. Essi furono realizzati dai Gesuiti per fini didattici, in quanto la gnomonica era in antico parte integrante dello studio matematico ed astronomico impartito dai Gesuiti nei loro collegi.
Palazzo del Governatore
Il Palazzo era composto in origine da due edifici distinti e di diversa altezza che furono poi uniti nel corso del XVI secolo. Era caratterizzato, come gli altri edifici della piazza, dalla presenza di un portico con archi a sesto acuto al piano terra e da cornici in cotto intorno alle aperture dei due piani superiori. A partire dal “400 la facciata iniziò ad essere affrescata con decorazioni ed emblemi di varia natura, ed in modo particolare dagli stemmi dei Governatori, che con il passare del tempo occuparono l’intera superficie.
Chiesa della Misericordia
La chiesa fu edificata dall’architetto Francesco Gallo (1672-1750) tra il 1709 ed il 1717 per l’Ordine dei Carmelitani Scalzi, che la dedicarono San Giuseppe. Dal 1861 la chiesa è officiata dalla Confraternita di Sant’Antonio Abate e San Giovanni Decollato, detta “La Misericordia”, la cui sede confinava con quella dei Carmelitani. La facciata della chiesa, in mattoni a vista, è volutamente semplice e senza particolari elementi decorativi. Di grande effetto, invece, sono la struttura architettonica dell’edificio e il suo inserimento nel contesto urbano. La decorazione pittorica della volta dell’abside è caratterizzata da una forte impronta unitaria dovuta alla buona integrazione tra i due artisti chiamati direttamente da Francesco Gallo: il quadraturista e prospettico Pietro Antonio Pozzo di Lugano ed il figurista Giovanni Francesco Gagini di Bissone di Locarno.Spettano a Francesco Gallo anche i tre altari in marmi policromi con mensa a sarcofago.
Sinagoga
Quando nel 1724 fu istituito il ghetto a Mondovì Piazza, la sinagoga fu realizzata al secondo piano di una abitazione, per rispettare il precetto religioso che vuole che al di sopra delle sinagoghe non possa essere edificato nulla. Alla sinagoga si accede oggi da via Vico 65 e l’edificio che la ospita non presenta esteriormente alcun connotato che ne sveli la presenza. Essa è composta da quattro differenti camere: la sala delle celebrazioni, l’aula scolastica, la terrazza a veranda ed il matroneo. Piccola e riccamente arredata, conserva tuttora gli originali arredi barocchi in legno dorato e laccato. Pregevoli sono le cornici, i pannelli e le colonne tortili, intagliate a mano.
Cappella di Santa Croce
L’esistenza della costruzione è documentata per la prima volta agli inizi del Duecento. La parte centrale è databile attorno alla prima metà del Trecento, il piccolo campanile triangolare ed il portico risalgono al Sei-Settecento. La chiesa o oratorio apparteneva alla confraternita di S Croce o dei raccomandati di Maria. All’interno vi sono affreschi risalenti al 1450-1460 circa e sono uno dei migliori esempi di pittura gotica europea. Le pitture sono attribuite al pittore Antonio ‘Dragone’ da Monteregale, artista presente a Molini di Triora e nelle vallate monregalesi nella metà del Quattrocento.
Chiesa di Santa Chiara
Nel 1668 fu costruito, in parte su disegno dell’architetto fossanese G. Boetto, il convento per ospitare la Congregazione Francescana delle monache Clarisse. Sul fianco destro del convento fu costruita la chiesa su progetto del monregalese Francesco Gallo, che la disegnò nel 1708. I lavori iniziarono nel 1712 e furono terminati nel 1724. Le difficoltà economiche della congregazione costrinsero a sacrificare, a fronte di grande spazialità della pianta, l’elevazione dell’interno, con le volte e le cupole più basse rispetto al progetto, e del campanile. Ne nacque comunque una delle opere migliori del Gallo, di sicuro una di quelle in cui è più forte l’accentuazione barocca dell’organizzazione architettonica.
Convento di Nostra Donna
Nel 1478 i Francescani Minori Osservanti, detti zoccolanti, iniziarono la costruzione del loro convento, comunemente chiamato di Nostra Donna, la cui chiesa era intitolata a Santa Maria delle Grazie. Il complesso fu però molto rimaneggiato nel XIX secolo. La parte meglio conservata è il chiostro, databile tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, che presenta una pianta rettangolare con otto campate nei lati lunghi e sei su quelli corti.I pilastri, a sezione ottagonale, sono in cotto con capitelli cubici ad angoli smussati e sorreggono archi a crociera e ogivali. Le lunette del chiostro sono affrescate con scene della vita di San Francesco commissionate dalle famiglie nobili della città, i cui stemmi sono riportati nella fascia decorativa sottostante. Non se ne conosce l’autore, ma il gusto ancora manierista fa ipotizzare che la data 1639, presente in una lunetta del lato adiacente la chiesa, sia da riferirsi alla conclusione del ciclo piuttosto che all’inizio.
MONDOVI’ BREO
Piazza S. Pietro, o Piazza del Moro,
Punto d’incontro delle storiche Contrà Longa e Grand, è il cuore di Breo.L’accogliente “salotto cittadino” è un concentrato di elementi tipici e simboli: l’automa del Moro, maschera monregalese del Carnevale, che batte le ore in cima alla chiesa; la conversione al barocco dell’edificio firmata da Gallo e Vittone ; il delfino della fontana, antica icona ritrovata; i portici; le meridiane sugli eleganti palazzi; la lieve pendenza di una città su un colle; e dietro l’angolo la Funicolare.
La Chiesa dei SS. Pietro e Paolo
Fu costruita intorno al 1489 per la crescente popolazione di Breo. In origine molto più piccola, a tre navate, con una facciata di mattoni e un forno pubblico, crebbe con il borgo: si arricchì del campanile nel ‘500, subì interventi nel ‘600, e nel ‘700 Francesco Gallo progettò gli ampliamenti che portarono alla struttura a croce greca con le due grandi cappelle rialzate.
A copertura, la cupola del Vittone; e sulla facciata: una scenografica scalinata, un grande affresco e lassù l’automa che dà il soprannome alla piazzetta.
Chiesa di San Filippo
Opera di Francesco Gallo, insieme all’annesso convento dei Padri Filippini, la Chiesa di San Filippo è uno dei gioielli architettonici barocchi di Mondovì. Imponente e costosa, fu iniziata nel 1734 e portata a termine da Bernardo Vittone nel 1757.Il Gallo si ispirò alla Chiesa della Missione, sostituendo al fasto secentesco gesuita la sobrietà e la linearità dei Filippini.
La chiesa è a una sola navata, con pilastri leggeri e due piccole cappelle, quasi nascoste nell’oscurità. E semplici sono le volte a botte, le curvature degli angoli e le pareti di intonaco senza elementi decorativi.Arredi di grande valore artistico si trovano all’interno della chiesa: il pulpito, disegnato dal Vittone; la cassa d’organo acquistata dai Filippini nel 1830 e attribuita a Filippo Juvarra; l’ancòna marmorea dell’altare di San Filippo, scolpita da G.B. Bernero e raffigurante la Vergine con bambino.
Per maggiori informazioni
http://www.comune.mondovi.cn.it/vivere-la-citta/turismo/ufficio-info-turistiche/
Le Mongolfiere
Mondovì è a tutti gli effetti considerata la città delle mongolfiere. La prima mongolfiera arrivò nel 1979, importata dall’Inghilterra. Fu la prima a essere immatricolata in Italia e ne nacque la prima scuola di pilotaggio del Paese.Dopo oltre 30 anni di passione di una manciata di pionieri (oggi veterani e campioni) e grazie a particolari condizioni che fanno di quest’area una delle migliori al mondo per il volo, i balloons sono ormai una presenza costante nel cielo: “adottate” dalla città, le mongolfiere ne sono diventate un simbolo.
Mondovì è oggi una capitale internazionale di questo volo: il primo porto aerostatico italiano, il raduno più longevo, una scuola internazionale, l’unico aeroclub monospecialità del Paese, eventi ai massimi livelli come il Campionato italiano (2008 – 2011 – 2012) o le olimpiadi dell’aria, WAG-World Air Game (2009).
EVENTI
Festa Patronale di San Fiorenzo
la seconda domenica di Maggio;
Naturarte
camminata enogastronomia nel territorio comunale ed extracomunale (1° Maggio);
Commemorazione Partigiana
presso il Sacrario di S. Bernardo (ultima domenica di maggio);