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RINNOVAMENTO
Per quanto si possano accudire, anche le vigne hanno un loro ciclo di vita che ad un certo punto giunge al termine. Prima o poi arriva per i produttori il giorno in cui bisogna pensare ad un rinnovamento del vigneto. Bisogna prepararsi all’estirpo, dopo la vendemmia, tagliando tutti i tralci, togliendo fili e pali e infine le viti. è un lavoro che non si fa mai volentieri ma che per fortuna, quasi sempre, è l’inizio di una nuova avventura.
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La prima cosa da fare è provvedere alla pulizia dei nuovi terreni, se sono incolti oppure, dopo aver svolto tutte le pratiche necessarie, partire con i movimenti di terra che servono alla preparazione del nuovo vigneto: i drenaggi, che devono portare via i ristagni d’acqua capaci di provocare frane; i riporti di terra buona di superficie che , quando si fanno livellamenti, facendo affiorare i tufi, porterebbero a una crescita stentata delle viti; lo scasso con l’aratro o l’escavatore che hanno sostituito i buoi o quello fatto a mano. E’ bello vedere il futuro che prende forma.
SCASSO
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Il vigneto è quasi un labirinto a cui bisogna dare un orientamento che permetta allo stesso tempo di sfruttare al meglio la superficie del terreno, di uscire attraverso passaggi a uomo e capezzagne,
non crei difficoltà nella lavorazione del terreno lungo la fila, non disponga i filari in pendenza ma segua il più possibile le curve di livello per mantenere il terreno al suo posto durante le piogge. Anche perché una volta scesa, qua si usa dire che a fare andare la terra in salita non è ancora riuscito nessuno.
TRACCIAMENTO
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I satellitari che guidano dall’alto possono fare molto ma alla fine è sempre la presenza dell’uomo sul campo, il suo occhio, il modo in cui è abituato a guidare un trattore e a muoversi in un vigneto a fare la differenza. Geometria e matematica fanno la loro parte perché ci siano sempre linee diritte ma la terra ha le sue forme e regole e a volte un filare in curva, come si faceva un tempo, può dimostrarsi più razionale di riga e squadra e aggiustare il pezzO.
TRACCIAMENTO
FRANCO SCHELLINO
AZIENDA ANNA MARIA ABBONA
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Il momento in cui si pianta una nuova vigna ha in sé una grande forza ed energia ma bisogna essere capaci di immaginare il futuro. Il terreno è nudo, si allunga una bacchetta di metallo con i segni della distanza a cui piantare le viti, 70 o 80 centimetri. La si appoggia fra un picchetto e l’altro, quelli che sono stati piantati durante il tracciamento per segnare il palo che verrà, e poi con la ‘forchetta’ si spingono le viti, a cui sono state accorciate le radici, in profondità nella terra facendo in modo che non rimanga il vuoto intorno alle radici. Quando tutto è finito si vedono solo le tracce dei passi e i punti delle barbatelle.
IMPIANTO
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Luigi Einaudi ci ha lasciato delle analisi accuratissime sul costo del rinnovamento del vigneto e sull’età media calcolando le vecchie piante e quelle che sostituivano quelle mancanti. A quel tempo lo scasso e il nuovo impianto erano estremamente impegnativi dal punto finanziario e il tentativo era quello di prolungare il più possibile la durata della vigna attraverso rimpiazzi delle viti che venivano a morire creando delle fallanze. Anche oggi il rimpiazzo fallanze rimane una pratica essenziale. Le nuove piante vanno accudite perché non è facile farsi strada fra le radici delle viti che le circondano e che si sviluppano sotto terra.
RIMPIAZZI
MARIANO E RENZO SARDO
CASCINA COSTABELLA
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La potatura delle viti piccole nei primi anni viene fatta a primavera inoltrata quando il rischio di germogliamento precoce è ormai passato e le gelate sui tagli da potatura preoccupano meno. Allevare una pianta richiede anni di lavoro e il non avere paura di chinarsi a terra. Le prime potature devono tenere indietro la pianta: perchè possa crescere con forza la vite deve spingere e mai tirare dalla gemma in punta.
POTATURA
GIANFRANCO CARAGLIO
AZIENDA CARAGLIO
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Una vigna nuova ha bisogno di essere accudita con attenzione. Uno dei suoi nemici più accaniti è l’erba che sottrae nutrimento, acqua e luce alla nuova vite che germoglia e inizia a crescere. E’ indispensabile nei primi anni non trascurare mai la zappatura. Più avanti, quando la pianta sarà cresciuta ci si potrà aiutare con un attrezzo a rompere il terreno, ma ora il lavoro può essere fatto solo con la forza delle braccia. I più bravi lavorano con il doppio colpo di zappa e non fanno mai scendere la terra, la muovono lasciandola al suo posto, la crosta in superficie si rompe e il calore entra arrivando alle radici che si allungano e conquistano spazio e forza
ZAPPATURA
OSVALDO BARBERIS
AZIENDA BARBERIS
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L'arrivo della fillossera in Europa ha reso indispensabile l'innesto della vite vinifera europea su un portainnesto di vite americana. La riproduzione delle viti innestate è affidata ai vivaisti che hanno sostituito quasi interamente la pratica dell'innesto in vigneto, in cui la gemma della varietà prescelta si innestava direttamente sulla vite americana già piantata in precedenza. La barbatella, viene ora allevata in vivai da cui poi è estirpata per il successivo reimpianto in vigna.
il vivaio
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All'antica selezione massale fatta direttamente dai coltivatori in vigna sulla base di scelte individuali e libere, in cui le gemme venivano scelte dopo aver potuto osservare il comportamento delle singole piante dando vita ad una popolazione molto varia, si è sostituita quella clonale in cui solo pochissimi individui vengono riprodotti, creando vigneti più uniformi nel comportamento, ma forse con minori variabili nella complessità dei vini. Nonostante la selezione clonale abbia rappresentato alcuni vantaggi rispetto alla sanità del materiale selezionato, lentamente si sta tornando a riflettere sulla variabilità e resistenza che una selezione massale può offrire e diversi vivai cominciano ad avere in catalogo selezioni massali.
selezione
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Lungo sarebbe anche il discorso da fare sulla scelta dei portainnesti e sulla compatibilità fra alcuni di questi e il dolcetto. Basti accennare che tradizionalmente sono considerate consociazioni di qualità quelle fra dolcetto e 420A , 161.49, rupestris du lot. Attualmente i cloni disponibili per il dolcetto sono otto CN 69 (1980), CVT CN 22 e AL 275 (1990), CVT 8 e 237 (2001), CVT 167 (2005 ), AL DO 67, R 3.
portainnesti