Il dolcetto, esigente in tutto, lo è anche nel clima. Quest’uva mal sopporta infatti sia gli eccessi di caldo, sia quelli di freddo che possono entrambi portare ad un arresto o un rallentamento della maturazione; non ama la siccità, la disponibilità d’acqua gli è indispensabile e quindi prospera al meglio nei climi di collina aperti e ventilati, vicini alle montagne.
L’alternarsi senza sosta di giornate di pioggia e di sole, il cambiare delle temperature e dei venti, il modo e il momento in cui il freddo di una notte può assalire una vite costituiscono però un linguaggio fine che richiede all’uomo un orecchio allenato nel tempo.
Un linguaggio che la vigna sa interpretare immediatamente e che è uno dei tre elementi fondanti di quell’insieme che definiamo terroir, assieme alla geologia del suolo e all’intervento dell’uomo. A differenza di altre zone dove i caratteri delle annate non sono così spiccati, qui le combinazioni di temperature, luminosità, apporto di pioggia sono quasi infinite e determinano le costanti differenze che ritroviamo nei vini.
Quasi impossibile prevedere, più facile fare dei consuntivi …