FARIGLIANO – IL COMUNE
La prima attestazione di quello che era uno dei prodotti più tipici della zona, cioè il „vino puro“ di Farigliano di cui già si faceva commercio, ci giunge da un documento di Manfredo III di Saluzzo, datato 23 febbraio 1230. Ma la storia di questo paese ha inizio ben prima. Il ritrovamento di reperti antichissimi indica la presenza di una comunità autoctona o presumibilmente di liguri statielli o longenses in epoca preromana. Questi si spinsero sino al Tanaro, mentre sul lato opposto del fiume si sviluppò la civiltà dei liguri bagienni con centro principale in Augusta Bagiennorum, attuale Benevagienna. Farigliano costituiva una terra di confine, dove ovviamente le due culture vennero a contatto e presumibilmente si amalgamarono. C’è chi fa risalire l’etimologia del suo nome a Forofluviem, che indicherebbe un insediamento lungo il Tanaro di soldati Sarmati inviati a colonizzare la zona, appoggiando così l’ipotesi di una fondazione in epoca romana.
Nell’alto medioevo Farigliano fa parte della marca arduinica, ed è nell’anno 1001 che l’Imperatore Ottone III, con un diploma, cede il feudo di Farigliano al Marchese Olderico di Susa. Durante il secolo XII passò alla marca aleramica di Savona e del Vasto e in seguito ai Marchesi di Saluzzo che si unirono, con un giuramento di fedeltà, prima ai Visconti (1356) e successivamente ai Savoia (1463). A questo periodo risalgono probabilmente gli Statuti di Farigliano. Seguono nel Cinquecento le lotte di francesi e spagnoli per il dominio della zona, e furono proprio i francesi a ordinare nel 1544 la distruzione del castello di Farigliano eretto all’epoca dei marchesi di Saluzzo.
Alla fine del sedicesimo secolo il paese passa stabilmente ai Savoia.
Ultimi feudatari furono gli Oreglia di Novello e i Rorengo di Rorà: nel 1796 decadde, infatti, il regime feudale e nacque la municipalità autonoma. In epoca napoleonica fece parte del dipartimento di Montenotte, annesso alla Francia. Con la costituzione della diocesi di Cuneo (1817) e la conseguente revisione complessiva dell’ordinamento diocesano cuneese, Farigliano cessò di far parte della diocesi di Alba ed entrò nell’ambito della diocesi di Mondovì.
Nel 1859 con la creazione amministrativa della provincia di Cuneo, ripartita nei quattro circondari di Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo, la Provincia Granda consegue il suo pressoché definitivo assetto e Farigliano entra a far parte del circondario di Mondovì.
Per maggiori informazioni su Farigliano
www.comune.farigliano.cn.it
MONUMENTI
Non molto è rimasto dell’antico borgo medioevale. L’antico castello, sorto presumibilmente nel IX-X secolo, sul colle adiacente all’abitato (metri 291) quale torre di avvistamento, quindi trasformata in un „ben munito castello“ dai marchesi di Saluzzo, fu fatto smantellare nel 1544 in nome del re di Francia; delle mura che cingevano tutto il borgo sin dal XIV secolo e delle sue tre porte, porta Tanagri, porta Rivilupi, porta Burgi, non restano che tracce anche se molto interessanti, così come i portali, le finestre gotiche, i loggiati, i vicoli coperti colleganti i vari portici del borgo antico, che compaiono all’improvviso nei vari angoli del concentrico.
Chiesa di San Giovanni Battista
Edificata nel 1889-1890 in sostituzione dell’antica, distrutta dal terremoto del 23 febbraio 1887. La chiesa, progettata dall’architetto Gian Cesare Chiecchio, sullo stile delle basiliche rinascimentali, è a tre navate con cupola ottagonale e presenta al suo interno un bel ciborio di marmo bianco del 1524, una Deposizione lignea del Roasio, l’organo Vegezzi-Bossi del 1876 e un ecce homo di pregevole fattura. Dell’antica parrocchiale, già cappella marchionale dei Saluzzo, presumibilmente sorta su un preesistente tempio dedicato al culto di Diana e fin dal 1306 ricordata in atti ufficiali, non rimane che il campanile eretto nel 1560, come testimoniato dagli ordinati comunali.
Chiesa di San Nicolao
In semplice stile tardo romanico, conserva al suo interno, sulla parete d’altare, pregevoli affreschi quattrocenteschi attribuiti da alcuni a Macrino d’Alba, da altri ad Antonello Occelli o a „Frater Enricus pictor“.
Santuario della Mellea
Tra le testimonianze artistiche più interessanti di Farigliano spicca il Santuario della Mellea.
Il tempio, di linea barocca, dichiarato monumento nazionale, trae origine da una cappella sorta in seguito all’apparizione della Madonna a un miracolato nel 1527, prodigio descritto in un atto notarile del 10 marzo 1591. Nel 1597 il Santuario fu spogliato e saccheggiato dalle truppe francesi. Nel 1642, il tempio già ampliato nelle forme attuali, fu affidato ai monaci cistercensi dell’Abbazia di Vicoforte, per passare poi nel 1647 ai frati minori francescani, che l’hanno custodito fino al 2009. Ora la struttura è occupata e gestita dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. L’interno conserva un imponente altare barocco; dei quattro altari laterali il primo a sinistra ha una bella icona che raffigura S.Francesco stigmatizzato, il fondatore dell’ordine. Interessanti i „cosiddetti“ baluardi, opere murarie che proteggono il complesso architettonico dalle insidie del Tanaro. Questo luogo di pace e meditazione è ricordato da due uomini insigni, Silvio Pellico e Luigi Einaudi.
EVENTI
La camminata del gusto
Si svolge la quarta domenica di giugno: è un itinerario gastronomico che la Pro Loco organizza nel territorio della collina fariglianese offrendo ai numerosi partecipanti un menù ricco di piatti della cucina tradizionale. La Camminata si snoda per circa otto chilometri, suddivisi in dieci tappe enogastronomiche, attraversando il fiume, le borgate, boschi e vigne con panorami incredibili. Le ultime edizioni hanno visto la partecipazione di oltre 1500 persone.
La festa del bon vin
La festa ha luogo l’ultima settimana di agosto. È una sagra che celebra il vino Dolcetto, prodotto nelle colline fariglianesi, con cene in piazza, musica, parco divertimenti e il salotto del vino con l’esposizione e la degustazione della produzione dei viticoltori fariglianesi.
Durante la Sagra è riproposto l’antichissimo gioco dei birilli. La passione per quest’attività sportiva risale, infatti, all’epoca medioevale. Per volere della Marchesa Isabella Doria, moglie di Manfredo IV, per giocare bisognava chiedere il permesso al Castellano, ma dalla vigilia di Natale all’Epifania era permesso giocare liberamente di giorno e di notte.
La festa di San Nicolao o Fiera del Puciu
Questa fiera si svolge la prima domenica di dicembre ed è dedicata al Santo patrono del paese. La tradizione vuole che, per tutta la durata della festa, venga distribuita gratuitamente una minestra particolarmente sostanziosa che permette di nutrirsi e riscaldarsi. La caratteristica di questa pietanza è data dal fatto che viene preparata dagli uomini, i quali passano l’intera notte della vigilia a cucinare. Questa „veglia“ è normalmente accompagnata da una bagna cauda e dal Dolcetto, offerti anche ai molti curiosi nottambuli. Oltre ai numerosi banchi presenti, ai produttori, alla degustazione della gustosa minestra di trippa e ceci, la rassegna propone „Colori e sapori di Langa“, salotto di degustazione di prodotti locali. Inoltre, l’Istituto Tecnico Agrario ed il Comizio Agrario di Mondovì, in collaborazione con il Comune di Farigliano, ogni anno presentano i loro progetti e attività, volti alla ricerca di nuove tecniche e metodi biologici, che possano incrementare la qualità delle produzioni agricole.