La zona di produzione del Dogliani Docg si trova nel sud del Piemonte, nella parte meridionale delle Langhe che, in questo caso, significa l’area più alta e fresca dal momento che ci si avvicina alle montagne dell’Appennino ligure e delle Alpi Marittime. È il clima più congeniale al Dolcetto, che soffre il caldo eccessivo e conserva i suoi profumi delicati solo in un particolare equilibrio di temperature. Le colline si sviluppano secondo dorsali emerse dai fondali marini e in seguito modellate dai fiumi in una serie di „langhe“, lingue di terra che formano un disegno complesso e ramificato e che vanno dai 250 ai 700 metri di altitudine. Dogliani è quel territorio che fa da ponte tra la langa del Barolo, con cui confina a nord e l’alta langa dei noccioli e della pastorizia con cui confina a sud, fra la pianura di Cuneo e delle cascine ricche del bestiame con cui confina a ovest e la valle del Belbo, con i profumi e la storia del moscato, con cui confina ad est.
È un territorio non ancora compromesso che ha mantenuto accanto ai vigneti altre colture come il nocciolo, i seminativi, i prati dedicati all’allevamento, i boschi.
È un territorio che ha vissuto ai margini della fortuna delle zone vicine nonostante le grandi potenzialità espresse su molti vitigni, conservando intatte le sue straordinarie qualità piemontesi di pudore, caparbietà, attaccamento alle tradizioni che in qualche modo si riflettono nei vini. I comuni che fanno parte del territorio che dà origine Dogliani Docg sono paesi di tradizione rurale come Dogliani, Farigliano e Clavesana situati lungo fiumi che dividono la pianura dalla collina, fondati in epoca romana e preromana; mentre Bastia, Belvedere Langhe, Cigliè, Monchiero, Rocca Cigliè, Roddino, Somano sono attestati in epoca alto medievale e stanno arroccati sulle colline a difendersi dalle invasioni dei saraceni.
Legato storicamente alla diocesi di Mondovì e non a quella di Alba, abituato sin dal lontano passato al frazionamento e all’autonomia nata con il marchesato Aleramico, il nostro territorio si sente allo stesso tempo vicino alla langa più conosciuta ma diverso da questa, e rivendica con orgoglio la sua individualità.